Data ultimo ingresso: 2017-10-24Nyomi (offline)

Le tre S che guardo in un uomo: sintassi, senso dell’umorismo, sintonia intellettuale.

Le dimensioni che contano per me in uomo: quelle della sua libreria.

Una conversazione brillante e un vivace scambio dialettico: i preliminari che amo.

Ai neuroscienziati bastano queste poche dichiarazioni per definirmi "sapiosessuale". 

Ma la verità è che non mi sono mai piaciute le etichette e le categorizzazioni.

La mia personalità è troppo sfaccettata, complessa, dinamica, per essere incasellata in una categoria, un codice, una banale nomenclatura (e non chiamatemi “la napoletana” non sono una categoria protetta ;))

"Voglio essere al di fuori delle etichette. Non voglio che tutta la mia vita sia compressa in un unica parola. Una storia. Voglio trovare qualcos'altro, che non si possa conoscere, un posto che non sia sulla mappa. Una vera avventura." (C. Palahniuk)

Sono molto ironica e autoironica, ma non sono snob e non sopporto l’ostentazione di unicità e le persone altezzose.

Si può essere molto raffinati, ricercati o singolari e stravaganti restando umili e alla mano. Siamo tutti unici.

"Ogni persona che passa nella nostra vita è unica. Sempre lascia un po’ di sé e si porta via un po’ di noi"

— J. L. Borges

L’affinità intellettiva ed elettiva con una persona, l’umorismo soprattutto, mi mandano letteralmente in estasi, per me sono la molla necessaria per andare oltre, nel 90% dei casi. 

Quindi la sapiosessualità è un'orientamento che – oltre ad accomunare milioni di persone nel mondo - lambisce anche la mia personalità.

In sostanza per me il feeling è nella maggior parte dei casi una questione di “connessione” mentale.

Ma questo non esclude la sfera della fisicità, pura. Trovo bellezza e poesia anche solo in quella.

La lista delle cose che non sopporto sarebbe lunga ma preferisco parlare di ciò che amo. Ridere, giocare, godere, leggere, viaggiare.

Il mio sport preferito si chiama Amazon.

Compro libri come se non ci fosse un domani e a casa ho l’antibiblioteca  (come la chiamava la buonaninma di Umberto Eco) con tutti i libri non letti che prima o poi - sono sicura - si ammutineranno.

Mi piacciono i punti e virgola, il rispetto della lingua italiana (sempre gli esperti ci chiamano “grammar nazi” ma non sono così conservatrice pur avendo una formazione umanistica), l’attenzione ai dettagli, gli apprezzamenti non scontati e noiosi, tutto quello che è di nicchia, fuori dal circuito di massa, dalla musica al cinema alla letteratura.

La felicità per me non è una meta, è una scelta, qui ed ora.

La bellezza è una persona…che dopo un’ora che ci parli è molto più bella di un’ora prima.